25.8.18

Ricominciare a sognare

Ho sognato un mondo di carta, fatto di case e strade con fogli ripiegati. Foreste, boschi e deserti di carta. Anche un cielo azzurro stropicciato e un po’ strappato. Qualche nuvola volumetrica qua e là, costruita sapientemente. Le pagine quasi bianche, scarti di qualche scrittore.

Ho guardato persone di carta velina attraversare la strada. Ci vedevo attraverso il mondo che si colorava al loro passaggio. Trasparenti e fragili destinati a distruggersi o a salvarsi proteggendosi il cuore senza sosta. Ho visto grattacieli di carte crollare per un soffio di vento, svettanti, bellissimi e senza stabilità. Mi sono passati vicino uomini di carta vetrata dall’aspetto ruvido e travolgente. Li ho sfiorati per farmi consapevolmente solo male. E poi una donna di cartoncino rigido e patinato che si atteggiava a un’idea di perfezione così comica da farmi sorridere. È passata veloce, come il tempo che occorre alla finzione per essere smascherata da chi è scaltro.

Mi sono innamorata delle stelle di carta lucida che sono comparse dappertutto appena è scesa la notte nella sua carta nera vellutata e bellissima da toccare. L’ho toccata sapete, ho toccato la notte e ho capito che così non l’avrei più rivista. Alla mia portata, grande quanto potevo vedere, non di più. Ho spostato le stelle prima più vicine, poi più lontane. Ci ho giocato un po’, come può fare un bambino e poi l’ho strappata. Sì, in mille pezzi. Ci sono saltata dentro e poi con tutta la rabbia che potevo l’ho stretta tra le mani e pezzo per pezzo l’ho distrutta per sempre. Per il mio per sempre.

La luna è caduta con uno schianto terribile. Una pesante sfera di carta piena di coriandoli che è esplosa alle mie spalle facendomi cadere. Quella pioggia ha ricoperto la città come la cenere di un vulcano esploso. A terra non sentivo e vedevo più nulla. Quando sono riuscita ad alzarmi la città già era scomparsa. Il bianco, un bianco infinito. Solo io in piedi tra carte stropicciate e milioni di coriandoli bianchi consapevole di aver distrutto tutto. E in quel bianco, sì proprio lì, ho ricominciato a sognare.


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