Non ho più occhi. Sono nel mare. Non ho più mani per muovere la mia vita. Sono nel mare. Non tutte le vite sono uguali. Ci sono quelle che valgono, mi hanno spiegato, e quelle che non valgono niente. Non ho più gambe per attraversare. Sono nel mare. Le vite che valgono sono quelle dei potenti in affanno tra governi che crollano. Nelle navi che si avvicinano e poi tornano indietro. Negli equilibri invisibili, mentre tutti vedono ricatti. Nella gente che fa ginnastica sulla riva, mentre al largo quella nave già non la vede più nessuno. Non ho più pensieri. Sono nel mare. I miei pensieri e le mie parole non valgono niente. La paura che ho provato non vale niente. La violenza che ho subito non vale niente. Siamo una marea nera, ora lo capisco, che vi fa paura. Arriviamo a rubare e scombinare le vostre tranquillità. Eppure io non voglio rubare nulla. Tutto mi è già stato rubato. E la morte di chi ho amato, mi ha circondato in un vestito pesantissimo. Ho paura del vostro bene e del vostro male. Non sono niente eppure in questo affogare penso all’amore che per la vita io non perderò mai. Perché io per quell’amore ho mosso il mondo. Nessuno è niente. Neppure chi ha ritratto la mano, mentre io cercavo di afferrarla. Non ho più una terra. La mia terra è il mare.
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A tutte quelle persone che sono solo un numero, quantità da registrare e corpi da recuperare.
A tutte le persone di cui nessuno sa niente e che non hanno voce.
A tutte quelle persone indifese che non si meritano un mondo incapace di proteggerle e di muovere tutti i sistemi per evitargli la morte.
A tutte quelle persone che, senza comprendere, li vorrebbero morti o comunque inesistenti, una sofferenza trasparente.
A me che sento di essere responsabile e impotente e che mi schiero dalla parte di quel mondo che non dimentica quale tipo di umanità, dobbiamo cercare di essere, nel poco tempo di una vita che vale alla fine, solo per il bene che non abbiamo trattenuto.
A tutti quei genitori che si rifiutano di spiegare ai propri figli, quale vita vale e quale no.
Foto di Gianpaolo Bosoni (grazie)
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