15.4.19

CAPITOLO 2 - Mondo difettoso

- Non credo di averla mai vista qui.
- Infatti.
- Da dove viene?
- Davvero le interessa?

Mi volto. Un uomo. I capelli brizzolati, uno sguardo abituato a osservare. Le mani nelle tasche e le labbra dal disegno mutevole. Sorride. Ricambio, ma senza certezza. Distolgo gli occhi.

- Perché non dovrebbe interessarmi?
- Le persone non sono mai davvero interessate al “chi eri”, ma al “chi sei”.
- Difficile capire, senza entrambe le cose.
Un soffio calmo, la sua voce.

Ritorno sul suo viso. Stavolta lo guardo istintivamente in modo curioso, dal basso dove mi trovo seduta, verso l’alto dove lui è in piedi. Ha gli occhi verso il mare. Poi li lancia su di me.
Il casino delle onde tortura la spiaggia. Il cattivo tempo sta arrivando a rendere meno chiara questa parte di cielo. Si siede. Riprende a guardarmi serio, senza parlare. Mi lascio guardare.
Il cielo ora però è più bello, così pieno di nuvole nere.

- Sono qui perché non riesco più a scrivere. Dico in un attimo e lo sento sospirare.
- Credo sia un posto perfetto, allora.
- E lei?
- Da dove vengo o perché sono qui?
- Entrambe.
Gli sorridono gli occhi a quest’uomo quando parla.

- Abito qui, ma vengo da lontano. Sono sulla spiaggia, perché l’ho vista, credevo non si fermasse più, è così tanto che cammina... Fa una pausa poi prosegue senza esitare.
- … e perché voglio smettere di scrivere.
 Mi volto, anche con le spalle, per guardarlo meglio. Le sue mani ora vicino al viso, sono racconti e parole. Prosegue.
- Io e lei dovremmo scambiarci la vita. Lo sento ridere.
E non resisto. Rido anch’io. Una risata che non sento in me, da giorni. Ha un bel suono la sua risata.

Il mondo difettoso su cui mi sento, rallenta e smette di girare. Ricomincio piano a respirare.
I suoi occhi ancora sorridono quando si alza e si allontana di qualche passo.

- Sta per piovere. Deve rientrare. Però non vada via. Abbiamo qualcosa da scambiarci io e lei. Ci sarà domani?
- Accenno con la testa ad un sì, e quel sì gli basta.

- Mi chiamo Luce.
Non so se mi ha sentito.
- Mauro. Tutti mi chiamano Marte. Lei sta nella casa di Nedo, giusto? Mi ha avvisato del suo arrivo. Ho aperto io la casa. Si è raccomandato per lei.
- Sì, starò qui qualche giorno. È stato gentile.
Ci guardiamo senza muoverci per qualche secondo.

- Non sembra una delle donne di Nedo.
- Infatti non lo sono.
- Mi dirà allora chi è lei, Luce?
- Se mi dirà chi è lei, Marte. Non sembra un amico di Nedo.

 Ride. Poi lo vedo andare.


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