18.11.09

Dedalo

In italiano viene utilizzato il sostantivo dedalo per indicare un intrico (solitamente di strette vie) simile ad un labirinto, derivando il termine dal costruttore per antonomasia del labirinto, Dedalo appunto. Nel cercare la via, l'uscita e il modo per sbrogliare la matassa, si rischia di far passare tutta la vita. E se invece guardassimo il cielo? Se la strada non fosse in orizzontale, ma in verticale?
L'affanno nelle piccole cose porta a ingigantirle oltre misura. Una vita che finisce, muore, proietta fuori da ogni dedalo. E questo allontanarsi mette in luce, paradossalmente, cosa si ha di molto vicino. A cosa dare valore. A chi dare ascolto. A chi dedicare del tempo. A chi rispondere.
Ho in questi giorni taciuto alle parole di una donna con cui lavoro, che spara sentenze e poi si scusa, determina regole che poi trasgredisce, si pone superiore quando afferma di essere umile, si sforza di chiedere assoluto rispetto, quando rispetto agli altri non ne concede. Mi sono solo sporta, dunque, sul suo dedalo e ho visto che non ha cielo per camminare in verticale. Manca di misura il suo sguardo e l'intrico sale a coprire ogni varco. Così ho taciuto.

4 commenti:

Astrofedrotto ha detto...

grazie di essere divenata una mia sostenitrice...

Giorgio ha detto...

Paola! Scrivi con il contagocce, ma ogni volta mi stupisci.
Il figlio di Dedalo era Icaro, che con il padre uscì dal labirinto costruito a Creta, ma si avvicinò troppo al sole e sciolse le ali ricoperte di cera, precipitando e trovando la morte in mare.
Mi è tornato in mente per associazione d'idee con la tua collega, ripensando a una battuta lapidaria di Marcello Marchesi, che diceva: "Icaro credeva di essere un uccello, invece era un pirla"...
Un abbraccio

Vincenzo Iacoponi ha detto...

Non conoscevo il tuo blog e ci sono capitato per caso. Da come scrivi, benissimo, non si capisce che sei donna; insomma scrivi come un uomo e questo a mio modo di vedere è un complimento.
L'idea delle strade verticali è fantastica, molto poetica, ma è proprio una di quelle che Icaro imboccò e sappiamo come finì.
Forse c'è un insegnamento in tutto questo: che lo vogliamo o no siamo legati ai movimenti orizzontali del pianeta che ci ha dato vita. È in questo orizzonte che si deve cercare la soluzione, l'uscita, per poi scoprire che si è capitati in un altro dedalo, e poi in un altro e in un altro ancora.
Per un credente conviene affidarsi alla Provvidenza divina; per chi, come me, crede poco o quasi niente c'è da affidarsi alla ragione.

Vincenzo Iacoponi ha detto...

Grazie per il sostegno al mio blog, molto gradito.