Per dar voce a questa pagina ferma e arroccata su un pensiero di febbraio mi viene in mente una frase di "Un altro mondo" visto la sera del 26. "Le cose non cambiano, cambiamo noi..." e mi piace. Mi piace molto. Pronunciato da una donna. Nel momento in cui non solo deve convincere, ma deve far comprendere.
Mi piace perché questa frase ti mette tra le mani un inizio. Come un capo di un filo. Le parole chiedono di essere inseguite.
Sono accadute tante cose. E ora sono qui in un'altra scrivania, in un'altra vita. C'è un bosco dietro a questa finestra. Il mio basilico resiste. Forse è la vista da qui. La luce che si gode. L'attenzione che gli riservo. E' un po' stropicciato ma non è niente male per essere ancora con foglie a dicembre. Quando lo tocco sprigiona il suo profumo. Ho tra le mani basilico e filo. Quel filo. Cambiamo noi. Si. E cambiamo anche senza nulla di eclatante, diversamente dal film. Accade perché le cose dentro iniziano a cambiare posizione. L'ordine che diamo alle cose. Piano, lentamente. Tante cose non una, iniziano a indicarci una nuova direzione.
da leggere se potete con il brano (parte della colonna sonora di Un altro mondo): Secret Garden di Bruce Springsteen. Mi sta accompagnando in questo luminoso pomeriggio.
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